
debitis aut rerum necessitatibus saepe eveniet.

Osteria Unicorno
Una rilassante esperienza gourmet
Un’esperienza di gusto e relax, nella cornice di verdeggianti pendii, punteggiati da filari di viti e ulivi secolari è quella che avvolge l’ospite all’osteria Unicorno. Un luogo speciale che la famiglia Clarici ha creato per coronare e valorizzare il progetto del Podere di Marfisa e del suo agriturismo Wine-Relais & Spa. Il ristorante, così come l’intera struttura, sono stati progettati dall’architetto Marco Baroni, socio dell’impresa.
La nostra ispirazione
Farnese, la famiglia, il territorio, sono il fulcro dell’ispirazione della famiglia Clarici, che guarda al futuro, con l’obiettivo di valorizzare e condividere sempre di più la bellezza di questa terra e dei suoi frutti, valorizzando le loro radici, i loro ricordi che costituiscono la vera motivazione e forza motrice di tutti i progetti legati al Podere di Marfisa.
La nostra cucina
Il menù, per espresso volere dei proprietari, cambia con il mutare delle stagioni e dei colori della natura circostante, facendo scoprire sapori reali, genuini, senza compromessi cui si aggiunge un valore unico: l’abbinamento alle etichette della cantina Terre di Marfisa, vini che nascono su terreni di natura vulcanica e di matrice tufacea, che omaggiano questo pezzo di Antica Etruria anche nei loro nomi.
Lo Chef
Maria De La Paz
Maria De La Paz Zamudio Reyes è nata e cresciuta a Bogotà, in Colombia, nella zona montuosa delle Ande, una terra matriarcale, in cui sono le donne a guidare la società. In casa solo donne, una madre brillante e in carriera, una sorella creativa e intelligente. E poi c’era lei, la piccola di casa, che mostrava da subito una certa predisposizione verso la cucina, giocando a preparare la cena, a casa dei nonni in campagna.
A 18 anni Maria vince il concorso di migliore chef giovane del suo paese e, nel 1999, approda in Italia per un tirocinio di un anno, alta cucina e pasticceria,presso Casa Vissani a Baschi (TR), in Umbria. Una regione che la cattura da subito e dove decide di risiedere e lavorare collezionando, dal 2003 al 2014, importanti esperienze concentrate nella zona di Orvieto, la più importante delle quali al comando della cucina de “La Locanda” di Montecchio. Nel maggio 2014, il trasferimento a Roma e l’apertura, come chef e proprietaria, di “CucinAtipica”, dove resta per tre anni con un breve intervallo come executive chef del Grand Hotel Palace.
È poi la volta di “Mamma Mia”, sempre a Roma, dove resta due anni prima di ricevere la chiamata della famiglia Clarici e l’offerta di diventare la chef di “Osteria Unicorno”, ristorante del wine-relais “Il Podere di Marfisa”.
“Per venire qui feci 4 ore di viaggio con Nathalie – ricorda la chef – durante le quali mi parlò del progetto in cui credevano, delle loro aspettative, di ciò che cercavano. Tutto il progetto è meraviglioso, il vino e l’olio che producono, il campo di erbe aromatiche, era esattamente quello che anche io stavo cercando. Quando sono arrivata a Farnese è stato amore a prima vista e ho accettato con grande entusiasmo, trasferendomi a vivere qui insieme al mio cagnolone corso”.
La cucina che Maria propone a “Osteria Unicorno” è semplice e genuina, con al centro la materia prima, la territorialità, l’accostamento sapiente dei sapori e i metodi di lavorazione che non snaturano ma valorizzano, con rispetto, gli ingredienti utilizzati, stagionali e selezionati da piccoli produttori del territorio.
“La mia idea è che se vieni a Farnese vuoi scoprire Farnese anche nel gusto, trovare qui i sapori del territorio, magari con maggior cura rispetto a quella che puoi trovare alla trattoria nel centro del paese. Un miglior livello qualitativo, di presentazione, di servizio – spiega Maria – Provo a prendere ciò che mi dà il territorio, trasformarlo il meno possibile, per poterlo poi interpretare a tavola. Le verdure ce le porta una signora del paese che li coltiva nel suo campo, le erbe aromatiche le prendiamo qui intorno, poi faraone, conigli.”.
Del resto il miglior pregio di Maria è proprio la capacità di poter prendere qualsiasi cosa e trasformarla in un piatto, portare a tavola qualcosa di non banale con gli ingredienti a disposizione.